Dott.ssa

Laura Villata

Psicologa e Psicoterapeuta Torino

Chi Sono


Mi sono laureata nel 2001 in Psicologia Clinica e di Comunità e specializzata nel 2007 in Psicoterapia Sistemico Relazionale e Familiare.

Questo modello pone grande attenzione alla relazione e al suo significato rispetto allo sviluppo del carattere e vede il paziente come membro di un sistema (per esempio la sua famiglia) e portatoredi un disagio interno a un sistema piuttosto che suo personale. Lo psicoterapeuta favorisce l’introspezione e la riflessione sul disagio con l’obiettivo di restituire un senso più ampio al problema proprio nell’ottica delle relazioni, attuali e passate, che il soggetto ha con gli altri membri del sistema, al fine di modificarne le dinamiche, recuperando dentro di sé le risorse per il cambiamento.

Negli anni ho inoltre approfondito la mia formazione attraverso numerosi corsi e specializzazioni, fra i quali Master in Psicodiagnosi, Master in Psicologia Forense e sono membro dell'Associazione Italiana EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) trattamento d'elezione del trauma e dello stress correlato.

Ho lavorato per molti anni nell’ambito delle dipendenze patologiche e dal 2016 sono responsabile di un Poliambulatorio sanitario del privato sociale.

Svolgo la libera professione presso il mio studio privato dal 2006, occupandomi principalmente di adulti, attraverso la terapia individuale, di coppia e familiare.


Di cosa mi occupo

Come lavoro

IN PRESENZA

Puoi scegliere di svolgere le tue sedute IN PRESENZA, presso il mio studio in corso Bolzano 6 a Torino.

Ovviamente questo resta l’approccio preferito ma molti, poiché la relazione fra terapeuta e paziente di svolge “dal vivo” e in un setting ben definito.

Il setting è insieme un luogo fisico e uno spazio mentale. Lo spazio fisico è rappresentato dalla stanza in cui si svolge la terapia (e dai suoi orari e tempi). Lo spazio mentale invece è rappresentato soprattutto dal terreno condiviso che ospita lo scambio di pensieri tra terapeuta e

paziente.

ONLINE

Oppure puoi scegliere di svolgere la terapia ONLINE, pratica sempre più diffusa e dagli indubbi vantaggi oltre che di comprovata efficacia.


Quali sono dunque i vantaggi della terapia online: 

distanze annullate: per chi non può  spostarsi (se ha una mobilità limitata), per chi è geograficamente in un luogo lontano;

ottimizzazione del tempo : il supporto è immediato; non ci sono tempi morti per gli spostamenti

continuità terapeutica: la terapia prosegue anche a distanza per tutelare il paziente e non lasciarlo solo con le sue difficoltà;

pregiudizio: l’online permette di superare la paura di essere giudicati;

tecnologia a portata di mano: consente al terapeuta di gestire i documenti, suoi e della seduta, direttamente sul suo dispositivo;

giovanile: l’online è il canale che più si avvicina agli adolescenti che hanno bisogno di intraprendere un percorso psicoterapeutico, ma non solo, è adatto a tutti coloro che hanno confidenza con le nuove tecnologie.


Scegli tu, in base alle tue esigenze (di tempo e di spazio) e delle tue caratteristiche personali, qual è la soluzione migliore per te!!

Perchè iniziare una psicoterapia


La psicoterapia è un percorso di trattamento dei disturbi psicologici che si realizza in una serie di

incontri con un professionista psicoterapeuta. Lo scopo della psicoterapia è promuovere un

cambiamento tale da alleviare in modo stabile alcune forme di sofferenza emotiva.

La psicoterapia aiuta la persona a vivere meglio.

Vi sono delle caratteristiche di base comuni a qualsiasi tipo di psicoterapia:

 Si instaura una relazione tra lo psicoterapeuta e il paziente che apporti beneficio a quest’ultimo.

 Lo psicoterapeuta utilizza delle tecniche che siano in grado di offrire nuove prospettive alla problematica esposta dal paziente.

 Il terapeuta è tenuto al segreto professionale e alla non espressione di giudizi sul proprio paziente.


La psicoterapia promuove sia il cambiamento, attraverso la parola e l’ascolto, sia una maggiore conoscenza di sé.


La psicoterapia è un lavoro che il paziente e il terapeuta compiono insieme attraverso

un’alleanza terapeutica che si crea lentamente durante il percorso. Chiunque (una persona, una

coppia, una famiglia, un’azienda, ecc.) può rivolgersi ad uno psicoterapeuta per qualunque motivo:

 per sentirsi meglio con se stessi;

 per cercare di comprendere il proprio modo di rapportarsi al mondo e agli altri; 

 perché si vive un periodo particolarmente stressante o fonte di ansia; 

 perché si hanno delle paure che compromettono la vita quotidiana.


L’obiettivo della psicoterapia è il CAMBIAMENTO attraverso una maggiore CONSAPEVOLEZZA di

sé, del modo di rapportarsi agli altri, delle proprie emozioni e dei propri comportamenti.


La RELAZIONE TERAPEUTICA è uno strumento attraverso cui si apprendono strategie e risorse

personali mediante cui si affronta la propria sofferenza in modo diverso.

Il paziente non è un soggetto passivo, ma è promotore del proprio cambiamento che non dipende da ciò che il terapeuta fa, ma da ciò che si fa insieme.

Non è necessario cambiare perché si è sbagliati ma perché il proprio modo di funzionare non è

efficace affinché si ci senta bene con se stessi.


La psicoterapia è dunque promotrice di cambiamento attraverso la parola, l’espressione di sé e l’ascolto.

La durata della terapia dipende da molti fattori, ad esempio, il problema riscontrato a seguito della valutazione iniziale, così come il grado di coinvolgimento e gli obiettivi concordati. Influiscono anche caratteristiche come la personalità e il contesto a cui la persona appartiene, che possono farla avanzare più o meno rapidamente lungo il percorso.


L'obiettivo a cui tendere insieme nel percorso terapeutico è quello di raggiungere uno stato di

benessere e sicurezza che la persona può ritrovare e mantenere grazie alle proprie risorse e con le

quali può sostenere il complesso rapporto con la realtà.


EMDR

L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti.

E’ un metodo scientificamente efficace nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.

Cosa si intende per trauma psicologico?

Il termine trauma deriva dal greco e che vuol dire “ferita”. Il trauma psicologico, dunque, può essere definito come una “ferita dell’anima”, come qualcosa che rompe il consueto modo di vivere e vedere il mondo e che ha un impatto negativo sulla persona che lo vive.

Esistono diverse forme di esperienze potenzialmente traumatiche a cui può andare incontro una persona nel corso della vita. Esistono i “piccoli traumi” ovvero quelle esperienze soggettivamente disturbanti che sono caratterizzate da una percezione di pericolo non particolarmente intesa. Si possono includere in questa categoria eventi come un’umiliazione subita o delle interazioni brusche con delle persone significative durante l’infanzia. Accanto a questi traumi di piccola entità

si collocano i grandi traumi ovvero tutti quegli eventi che portano alla morte o che minacciano l’integrità fisica propria o delle persone care. A questa categoria appartengono eventi di grande portata, come ad esempio disastri naturali, abusi, incidenti etc.

Nonostante gli eventi sopra descritti riferiti alle due tipologie di trauma siano molto differenti, la ricerca scientifica ha dimostrato che le persone reagiscono, dal punto di vista emotivo, mostrando gli stessi sintomi.

Non tutte le persone che vivono un’esperienza traumatica reagiscono allo stesso modo. Le risposte subito dopo uno di questi eventi possono essere moltissime e variare dal completo recupero e il ritorno ad una vita normale in un breve periodo di tempo, fino alle reazioni più gravi, quelle che impediscono alla persona di continuare a vivere la propria vita come prima dell’evento traumatico.

Cosa succede dopo un evento traumatico?

Ciò che ha un impatto emotivo molto forte si ripercuote anche a livello corporeo, quindi, risulta evidente che intervenire direttamente sull’elaborazione di questi eventi traumatici abbia un effetto anche la neurobiologia del nostro cervello.

Subito dopo aver vissuto un evento traumatico il nostro organismo e il nostro cervello vanno incontro ad una serie di reazioni di stress fisiologiche, che nel 70-80% dei casi tendono a risolversi naturalmente senza un intervento specialistico. Ma cosa succede quando questo non avviene?

Alcune persone continuano a soffrire per un evento traumatico anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni angosciose e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente.

Questo quadro sintomatologico, che può arrivare fino a delinearsi in un Disturbo da Stress Post-Traumatico, è caratterizzato appunto dal “rivivere” continuamente l’evento traumatico, continuando a provare tutte le emozioni, sensazioni e pensieri negativi esperiti in quel momento. E’ proprio quando ci si rende conto che le reazioni sono di questo tipo e che la sofferenza è significativa che è necessario chiedere aiuto ad uno specialista.

In particolare se, dopo l’evento traumatico, si manifestano reazioni di questo tipo:


  • Pensieri intrusivi – Arrivano involontariamente pensieri, ricordi e immagini di quello che è successo. Compaiono soprattutto in momenti di rilassamento, per es. prima di dormire e si accompagnano di un senso di disagio.
  • Problemi di sonno – In genere il sonno è leggero, ci si sveglia spesso, si hanno degli incubi o sogni ricorrenti dell’evento.
  • Associazione con altri stimoli – È comune che alcuni stimoli ambientali, persone o situazioni richiamino l’evento in modo involontario. Questo è dovuto al fatto che l’evento viene associato ad altri fattori che provocano un certo malessere o ansia. Ovviamente lo stimolo da solo, se non venisse associato all’evento traumatico, non genera alcun disagio.
  • Difficoltà di concentrazione – Poca concentrazione in attività quale la lettura, la visione di un film, ecc.
  • Reazioni fisiche – Problemi di stomaco, senso di nausea, stanchezza.
  • Disperazione – È difficile accettare i fatti attuali e non si riesce a pensare al futuro in modo adeguato.
  • Colpa – Si ha senso di colpa ad esempio per essere sopravvissuti quando un’altra persona è morta o ferita gravemente. C’è una tendenza a colpevolizzarsi per non avere fatto a sufficienza. È comune dirsi: “Se io solo avessi…”
  • Vulnerabilità – Paura del futuro oppure impazienza e irritazione con gli altri, soprattutto con i familiari. Indifferenza verso cose che prima dell’incidente erano molto importanti per la persona. Questo a volte crea incomprensione con gli altri da cui scaturiscono ulteriori difficoltà.
  • Il significato della vita – Le persone pensano ripetutamente a quello che è successo per cercare di capire e dare un senso a quanto accaduto. Sono molto comuni pensieri riguardanti la vita e la morte e le cause che hanno portato all’evento traumatico vissuto. Ci si rende conto di essere estremamente vulnerabili e si è in apprensione rispetto all’eventualità che l’evento traumatico possa ripresentarsi nuovamente.

Come funziona una seduta di EMDR

Inizialmente lo psicoterapeuta raccoglie la storia del paziente, identificando con lui gli eventi che hanno contribuito a sviluppare il problema: attacchi di panico, ansie, fobie, problemi relazionali.

Sono questi ricordi che verranno elaborati con l’EMDR. Il paziente viene invitato a notare i pensieri, le sensazioni fisiche e immagini collegati con l’esperienza traumatica, nel contempo il terapeuta gli fa compiere dei semplici movimenti oculari, o procede con stimolazioni alternate destra-sinistra. Tali stimolazioni hanno lo scopo di favorire una migliore comunicazione tra gli emisferi cerebrali e si basano su un processo neurofisiologico naturale, simile a quello che avviene nel sonno REM (fase del sonno in cui si sogna). Dopo l’EMDR il paziente ricorda ancora l’evento ma sente che tutto ciò fa parte del passato ed è integrato in una prospettiva più adulta.Dopo una o più sedute i ricordi disturbanti legati all’esperienza traumatica si modificano: il cambiamento è molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento, i pensieri intrusivi si attutiscono o spariscono, le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità.

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